La pittura di Emilio Troncarelli
nelle parole di:
La pittura di Emilio Troncarelli è il prodotto di un raffinato equilibrio tra il vero e l’idea, che ci
restituisce una realtà come vorremmo che fosse, priva di “inestetismi”, capace di parlare il
linguaggio della poesia. Due i generi prediletti dall’artista, la natura morta e il paesaggio/veduta.
Le nature morte sono altrettante riflessioni sui volumi, sui colori o sulla simbologia del frutto o
dell’oggetto proposto. “Silenti” sono queste nature - utilizzando il termine caro a De Chirico - che
parlano il linguaggio delle concordanze delle euritmie, immersi in una luminosità diffusa, i vari
elementi della composizione divengono altrettanti strumenti di meditazione ed invitano a
fermarsi, a lasciarsi indietro le ansie e i tormenti per recuperare una visione armonica del
quotidiano.
La stessa atmosfera rarefatta la incontriamo nei paesaggi/vedute di Roma. Per convenzione si
intende per veduta la raffigurazione fedele di un luogo che esiste, mentre per pittura di paesaggio
si intende la rappresentazione di un luogo d’invenzione. Le opere su Roma di Emilio Troncarelli
sono il prodotto di un raffinato equilibrio tra paesaggio e veduta. È indubbio che la città sia
riconoscibilissima in questi dipinti, ma è una Roma sognata, quasi trasformata da realtà storica a
luogo mitico. Nel profilo dei tetti delle case e delle morbide cupole, la città si definisce avvolta nel
pulviscolo dorato del tramonto o nel cielo terso dell’alba o, ancora, nelle ombre azzurre della
notte che avanza. Ma non è una resa impressionistica, bensì l’oggettivazione del sentimento che il
luogo ed il tempo hanno suscitato nell’animo del pittore e che egli restituisce a noi col suo dipinto.
“Intenerisce il core”, questa luce di Troncarelli, che ci rimanda, di volta in volta, l’idea sublime di
Roma e l’idea sublime della natura. Dal microcosmo di una mela al macrocosmo dell’Urbs Caput
Mundi, l’artista ci suggerisce che compito dell’arte è quello di svolgere il suo ruolo catartico anche
e soprattutto nel vissuto di ogni giorno.
Stefania Severi